La donna aveva deciso di sottoporsi alla chiusura delle tube per evitare la nascita di un quarto figlio, ma resta incinta.
Dopo il terzo parto, la donna aveva deciso di far chiudere le proprie tube per evitare ulteriori gravidanze, sottoponendosi ad un intervento presso l’ospedale di Grosseto. Nonostante ciò, due anni dopo scopre di essere nuovamente incinta. L’Asl viene condannata con l’obbligo di mantenimento della bimba nata dalla gravidanza della donna.
La condanna
L’Asl viene citata in giudizio dai genitori della bambina, nove anni dopo l’accaduto. Il tribunale di Arezzo ha quindi accolto la richiesta della famiglia, condannando l’azienda sanitaria Toscana Sud Est a mantenere la figlia della coppia fino al compimento del suo 25esimo anno di età, per 450 euro al mese, quindi 135mila euro complessivi.
Il Tribunale dichiara: “Alla paziente rimasta incinta nonostante l’intervento di sterilizzazione tubarica, non può essere richiesto di ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza per evitare il danno conseguente agli oneri del mantenimento del figlio, perché la scelta di interrompere la gravidanza è una scelta personalissima della gestante, che involve considerazioni di carattere morale e religioso, non scevra da un notevolissimo carico di sofferenza psicologica”.